Tutti al mare

mare nero titolo

Dal delta del Danubio al confine con la Bulgaria si estendono ben 244 km di spiagge affacciate sul mar Nero.

caelia mamaiaLa località balneare più gettonata, stazione di vita mondana, baricentro degli eventi più importanti, delle discoteche più alla moda e degli hotel a 5 stelle è Mamaia.

In perfetto stile Ibiza, una musica ritmata e sparata a tutto volume accompagna i bagnanti fin dalla mattina. Mentre i nottambuli riposano dopo una notte di follie, le famiglie si sistemano sotto gli ombrelloni e sembrano non accorgersi dei potenti watt.

fratelli-beach-and-club-mamaia-104Insomma è uno di quei luoghi dove, chi è amante del relax è bene se ne stia alla larga, è come stare seduti con un libro vicino ad un martello pneumatico. Tra gli eventi dell’estate il Sunwaves Festival, vera e propria Mecca per gli amanti della techno. Con DJ che arrivano da  tutto il mondo, qui l’anno scorso un italiano, Marco Carola, ha dato il meglio di sé per 24 ore di seguito…

Appena sotto Costanza si trova  Eforie (nord e sud), qui, accanto alla stazione termale, nel 1899 venne aperto il primo hotel della costa. Luogo ideale dove dedicarsi alla vita da spiaggia e alla cura del corpo con bagni di fango, ed altri trattamenti.

La meta successiva e’ Costineşti, piccolo villaggio di pescatori trasformato in epoca comunista in un centro di villeggiatura per i giovani romeni. Da qui, a partire dagli anni ’60, trasmetteva Radio Vacanţă, unica finestra aperta sul mondo della musica straniera e creata dal regime per pubblicizzare il litorale romeno. I programmi erano in 5 lingue diverse: romeno, inglese, tedesco, francese e russo. Costineşti era il posto “in”, la Mamaia del tempo, si tenevano concerti rock, festival cinematografici, competizioni sportive, c’erano discoteche riservate agli stranieri il cui ingresso si pagava in “valuta” e le ragazze potevano partecipare al concorso di Miss.

Scendendo lungo la costa del Ponto Eusino (il mar Nero degli antichi Greci) ci si ritrova d’un tratto tra gli dei dell’Olimpo. Olimp, Neptun, Jupiter , Venus e Saturn, uno dopo l’altro queste località rappresentano al meglio l’architettura delle strutture ricettive dei tempi della Cortina di ferro. Come in un set cinematografico, tutto è in perfetto stile d’epoca. Enormi blocchi di cemento dai colori pastello, e interni con mobili anni ’70.

5793_45839_40

hotel neptun

b_romania_neptun_hotel_miorita_18885hotel-terra-neptun

Ville per l’elite comunista, le cosiddette de protocol,  volute da Ceausescu, destinate alla nomenclatura, le stesse che hanno ospitato capi di Stato come Gerald Ford, sono oggi disponibili (per 200/300 euro a notte) ad essere affittate da nostalgici o curiosi.

Un salto in un’ atmosfera retrò che merita di essere fatto prima  che scompaia schiacciata da più nuovi complessi turistici.

Plaja-Vama-VecheE finalmente si arriva a Vama Veche, il punto piu a sud, la Vecchia Dogana, al confine con la Bulgaria. Alternativa fricchettona a Mamaia, é l’ultima frontiera Hippy nel vero senso della parola. Da sempre sinonimo di libertà, qui tutto é lecito: dormire sulla spiaggia accanto ai falò, accamparsi con le tende, ascoltare musica fino all alba, ballare sotto la luna, e fare il bagno nudi.

1-mai-vama-veche-11Rave parties, concerti, litri di birra, ristoranti aperti non stop e amori che sbocciano dopo una notte di baldoria. A Vama Veche non si può andare a dormire senza aver visto l’alba. Emozionante. Quando i primi raggi  spuntano dalle acque del mar Nero, partono ad alto volume le note del Bolero di Ravel che, diffondendosi per tutta la baia, accompagnano in crescendo la spettacolare levata del sole, da non perdere. Chiaramente non è un luogo per famiglie!

alba-mar-nero

Qui finisce la Romania. Ma visto che siamo al confine, vale la pena fare un salto dall’altra parte, in Bulgaria. A soli 20 minuti si trova lo spettacolare promontorio di Kaliakra…la cui vista, come in questa foto, lascia senza fiato.

kal

Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula.

 

Il Castello dei Corvino di Hunedoara

Continua a leggere

Brasov

Brasov-Panorama-01 (2)

 

Brasov è una pittoresca cittadina medievale fondata dai cavalieri teutonici nel 1211 e fortificata dai Sassoni.

Le mura che la circondano sono state costruite nel XV secolo, sono alte 12 metri e lunghe 3 km, ed hanno 7 bastioni.

6788062-Brasov_sign_Brasov

 

E’nel cuore della Romania, a 170 km da Bucarest ed è tra i luoghi più frequentati dai turisti. Stando alle statistiche condotte dall’ Eximntur, solo nei primi otto mesi di quest’anno, ne sono arrivati 600.000 , che tradotto in termini economici significa, circa 170 milioni di euro, non male…

Costruita ai piedi del Monte Tampa, raggiungibile in funivia, sulla  vetta spicca il nome della città in caratteri Hollywoodiani.

brasov alto

 

 

La piazza principale, Piata Sfatului, circondata da case in stile rinascimentale e barocche, ospita al centro la Casa Del Consiglio, dalla sua torre con orologio una trombetta annunciava gli eventi cittadini importanti, feste, giostre cavalleresche, cerimonie civili e religiose, tradizione che oggi è stata ripresa.

 

Una  leggenda  associa proprio questa piazza alla nota fiaba dei fratelli Grimm, I bambini di Hamelin, meglio conosciuta come Il pifferaio magico. Una vecchia versione della fiaba narra che i bambini scomparsi dalla città tedesca al seguito del pifferaio fossero poi ricomparsi quì.

bisericaUn rappresentativo monumento del Medioevo è la Chiesa Nera (Biserica Neagra), chiamata così perchè venne incendiata dagli austriaci nel XVII sec, prima di allora, ai tempi della Riforma Luterana si chiamava Santa Maria. Ospita la più completa collezione di tappetti orientali e un organo a 4000 canne.

sforii3

 

 

Vicino alla chiesa si può percorrere la strada della Fune (Strada Sforii), costruita secoli fa, larga solo 83 cm, pare che sia la più stretta d’Europa.

 

 

 

Nel complesso di San Nicola,si trova la prima scuola rumena (dell XI sec) e la prima tipografia(1500). Qui sono conservati testi importantissimi in Slavone (lingua erudita dell’epoca,un rumeno con caratteri cirillici) donati da personaggi illustri come la figlia di Pietro il Grande. Ho avuto la fortuna di essere accompagnata nella visita da Vasile Olteanu,curatore del museo da 40 anni,e autore di molti libri sull’argomento (parla cinque lingue).Mi ha raccontato di Aldo Moro, che è rimasto ben due ore in questo piccolo museo.E poi di Berlusconi,che ha fatto la stessa visita, ma ha impiegato 10 minuti!

sannicolaslavone

Una breve sosta va fatta anche al monumento degli eroi del 15 Novembre 1987, data poco conosciuta da noi, ma che ha annunciato l’imminente collasso del sistema comunista.In quei giorni, molti operai stremati dai ritmi di lavoro, dopo aver appreso che il salario avrebbe subito una decurtazione del 30%, dichiararono sciopero e scesero in piazza. Per la prima volta si udirono le parole dell’attuale inno rumeno, Desteapta-te romane, allora proibito.

Implacabili intervennero le forze speciali dell’esercito, arrestando, deportando ed in seguito torturando i manifestanti.

Luptatori_Anticomunistirevolta

Dopo il crollo della dittatura, i superstiti, usciti di prigione, ma con ancora i segni delle sofferenze, fondarono l’associazione „15 Novembre 1987”, di cui il presidente onorario è niente di meno che Vladimir Bukovski, noto scrittore e dissidente russo,che denunciò gli abusi commessi negli istituti psichiatrici sovietici nei confronti degli oppositori politici.

Passeggiare per le strade di Brasov è molto piacevole, soprattutto nel periodo natalizio, in cui i mercatini danno un tocco magico a questa cittadina che già di suo sembra uscita dalle fiabe.

provettaI ristoranti e caffetterie hanno quasi tutti un’aria bohemienne, e ne segnalo i due che non si devono assolutamente perdere: il Festival 39, completamente arredato con oggetti d’antiquariato, luci soffuse e soppalco.

E il Dr. Jekelius, è divertente prendere un aperitivo servito in una provetta all’interno di un’antica farmacia.

Un ultimo suggerimento….Ristorante Dei Frati vicino Piata Sfatului, tagliolini al tartufo da urlo!

 

 

Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula

 

 

 

 

 

 

 

Sibiu, dove i tetti strizzano l’occhio alla Merkel

sib alta

Sibiu ( Hermannstadt), nell’omonimo distretto, conosciuto come la porta sud della Transilvania, merita una visita, e non solo per apprezzarla turisticamente, ma per il suo aspetto socio-culturale.

Fondata nel 1190, dai coloni della Renania,su un probabile castro romano, fin dall’antichità si è sempre affermata come importante centro commerciale, economico e culturale. Tradizioni perpetuate anche  in seguito e che hanno fatto si che  fosse designata Capitale Europea della Cultura nel 2007.

johannis Klaus Johannis, rumeno di origini tedesche,per ben 14 anni ne è stato il sindaco,lasciando una significativa impronta, dal 2000 al 2014. Poi ha abbandonato l’incarico per ricoprirne uno ben più importante, ora è Presidente della Romania. Ma come lui stesso ama ironicamente ricordare, in realtà non ha vinto le elezioni, è stato il suo avversario (Victor Ponta) che ha perso!

schiler

Ho volutamente  sottolineato questo aspetto, perchè  Sibiu, più delle altre  cittadine  di origini sassoni, sono sette in tutto, è la più teutonica di tutte, lo si percepisce subito, e non è solo una questione di urbanistica e stile architettonico. Le scritte”deutsches”sono dappertutto, è a tutti gli effetti la seconda lingua. Vi sono ben due librerie tedesche..

Un aeroporto internazionale collega la città quasi esclusivamente con la Germania e con la sua sorella minore, l’Austria, motivo per cui vi è una forte presenza di tedeschi, sia per turismo, sia per affari. Lo stesso Johannis sta prendendo accordi per incrementare l’industria, soprattutto quella automobilistica, e a questo scopo sta promuovendo indirizzi scolastici compatibili con le nuove esigenze. Venire a produrre in Romania offre vantaggi ad entrambi.

Di conseguenza, Sibiu rappresenta un modello, che sia positivo o no, dipende dai punti di vista, certo è che è diversa dalle altre città rumene.

I locali sono più sobri, la musica ha un volume contenuto, si vedono meno tacchi e non ha una gran vita notturna. Sappiamo tutti che i tedeschi non amano fare tardi e che, all’alba, sono pronti (qui senza alpenstock, non siamo in montagna) ad esclamare “guten morgen!” davanti ad un piatto di cremwurstel servito a colazione…

Divisa tra città bassa e città alta, collegate dal ponte “delle bugie”, nome dato perchè pare che proprio in questo luogo i cadetti erano soliti fare promesse alle fanciulle…

 

micapzmare

Nella parte alta, il centro si sviluppa intorno  a due piazze, una piccola (Mica) e l’altra grande (Mare). Quest’ultima circondata da splendidi palazzi come il Brukenthal, sede di uno dei musei più antichi dell’Europa centrale, aperto al pubblico dal 1817. Quì si trova la grande raccolta di opere del barone Samuel Von Brukenthal, che al servizio di Maria Teresa d’Austria, ha trascorso una vita a collezionare capolavori, tra cui pittori fiamminghi, Tiziano, Van Eyck, i Bruegel, ecc.

Accanto, la Primaria, uno splendido edificio in art nouveau, ex banca, e dal 2006 sede del Municipio.A seguire la Torre del Consiglio, una delle torri di difese facente parte di una delle cinte murarie di fortificazione.

galleria

Attraverso questa, mediante una galleria (di cui Sibiu è piena) si accede alla Piazza Mica. Quì è possibile visitare il primo laboratorio omeopatico del mondo, creato proprio da Samuel Hahnemann, che in questo luogo ha vissuto due anni, al seguito di Brukenthal.

Sotto uno dei palazzi di questa piazzetta è bene fare una piccola pausa caffè nella libreria Habitus, un gioiellino.

A due passi da qui la grande cattedrale Evangelica, del XIV secolo, con la sua imponente torre di 73 metri.

Ma la cosa più suggestiva di Sibiu sono i tetti, hanno una particolarità unica, osservano! E’ un sistema di lucernai destinati all’aerazione delle case, ma la forma è proprio quella di un occhio, e la sensazione è proprio quella di..essere osservati.

occhi 2occhi

Nei secoli questi occhi ne hanno viste di tutti i colori, soprattutto quelli dei palazzi in piazza Mare, dai roghi delle streghe alle esecuzioni con la ghigliottina. Per fortuna ora gli spettacoli a cui assistono sono qualitativamente e culturalmente superiori. Proprio in questo slargo vengono proposte le manifestazioni più belle, come il Festival Internazionale del Teatro, a Giugno, che propone artisti di gran fama. Quest’anno anche l’Italia è stata rappresentata con la Carmen tutta napoletana di Mario Martone ed impersonata da Iaia Forte.

Altra importante manifestazione che si tiene qui è il Festival Jazz, che ha una storia curiosa. E’ nato nei primi anni 70 (come quello di Montreux, incredibile!), in pieno regime comunista. Questa cosa mi è sembrata subito strana, ma poi ho letto che in realtà il jazz era una delle passioni di Nicu Ceausescu (forse la più sana), e fino all’89 ne è stato il più grande finanziatore ed organizzatore.

il popolo degli zingari

DSC_0182-bbf72r

Alcune persone li amano, sono affascinati dall’aura di mistero e magia che li circonda; altre li disprezzano, ma questo non sembra turbare i Rrom che da secoli vivono una vita tutta loro.

Căldărari, Ursari, Lăutari, Florari,  sono alcuni dei nomi con cui vengono chiamati gli zingari in Romania. Nomi di vecchi mestieri, alcuni dei quali ancora esistenti, che permettono una vita rispettabile nel XXI secolo, svolgendo professioni che hanno sapore di Medioevo.

b,06f72rDSC_1956-bfr

coj,04f72rDSC_1323f72r

I Căldărari lavorano i metalli (rame, ottone, alluminio) fanno le coperture dei tetti e le pentole. I Florari si occupano della vendita dei fiori, hanno praticamente il monopolio. Gli Ursari, erano domatori  di orsi, li facevano danzare a suon di musica alle fiere di paese. Oggi non ci sono più, ma essendo stati anche dei musicisti sono sopravvissuti nei Lăutari. Non c’è festa, matrimonio, compleanno, battesimo, soprattutto nelle campagne,  senza un gruppo di Lăutari che suoni le Manele, musica popolare con influenze orientali. Il gruppo più famoso anche all’estero, grazie a Johnny Depp, è quello dei Taraf de Haïdouks; in Romania invece, vanno forte Adrian Minune e Florin Salam.

DSC_7056-bf72rhai,02-bf72rhai,04---DSCN3545brTaraf de Haïdouks

Tutti sono zingari, o rrom, che nella loro lingua vuole dire “uomo”.

cm,01f72rcm,05bf72r

pip,02f72rpip,03bf72

DSC_0249-bf72rcoj,09bf72r

coj,02bf72rcoj,03f72r

battesimo

battesimo

DSC_1403-bf72r

Appartenevano a un popolo nomade arrivato in Europa al seguito dei Mongoli. La maggior parte degli storici li fa risalire a una tribù del Nord dell’India, la loro lingua (il Romani, e 17 dialetti) ha parole simili al Bengali e al Sanscrito. In Romania sono arrivati agli inizi del 1200,  alcuni di loro hanno mantenuto la vita nomade (Caldarari, Ursari, Gheambaşi…) e pagavano un tributo ai Boiardi (nobili), altri sono diventati sedentari e schiavi. Facevano parte delle proprietà delle famiglie nobili, la loro situazione non era diversa da quella degli schiavi neri in America. Svolgevano tutte le mansioni di casa, badavano agli animali e ai campi, venivano comprati, venduti, puniti e uccisi.

La schiavitù venne abolita nell’Ottocento, ma la libertà non li ha portati lontano. La vita che conducevano ai margini della società li ha relegati a cittadini di seconda categoria. Durante il Comunismo si è cercato di integrarli nella popolazione, avevano casa e lavoro, ma la caduta del regime, il disfacimento dell’apparato statale, la chiusura delle fabbriche e la privatizzazione, li ha riportati al gradino più basso della società.

Non tutti se la cavano male, ma per loro non è facile trovare lavoro. Alcuni sono ricchissimi, vivono in palazzi faraonici e si coprono d’oro; altri vivono in baracche senza luce né acqua corrente.

DSC_5702-bf72rcoj,07-bf72r

lec,02f72rlect,01f72r

b,02bf72rcm,02f72r

b,11-bf72r

Poco amati anche in patria, dove i più si arrabattano per un’ esistenza in povertà, continuano a fare molti figli che spesso, per le precarie condizioni in cui vive la famiglia, vengono affidati agli orfanotrofi. I ragazzi si sposano giovani, di solito sotto i vent’anni. Molti non vanno a scuola e si precludono un possibile futuro migliore. Se trovano lavoro è qualcosa che nessun altro vuol fare: spazzini, uomini di fatica….con paghe molto basse.

Ma c’è anche chi se la cava bene, quelli  che lavorano il legno, i metalli, i muratori, i musicisti o che svolgono altri lavori artigianali. La Romania è legata alle tradizioni, e per questi mestieri c’è ancora spazio. Così come c’è ancora spazio per la vita nomade. Carro e cavalli, il carro diviso in due: nella parte superiore su un materasso viaggia e dorme l’intera famiglia; sotto: utensili, legna da ardere, pentole e catini, qualche volta le galline. Per le vallate della Transilvania, soprattutto d’estate, si vedono passare piccole carovane con uomini, donne, bambini, che sembrano arrivare dalle steppe dell’Asia.

2015-07-06_0fr2015-07-06_2bfr

2015-07-06_5-af72r2015-07-06_6bfr

Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula

A settembre si tiene un festival zingaro.