Proteste in Romania 2, cronaca di un evento annunciato

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Domenica pomeriggio, scorrendo sulle pagine facebook di alcuni dei gruppi fautori della protesta, leggo che in serata è prevista un coreografico evento chiamato “tricolore umano”.

tricCondivido questa informazione sulla chat degli amici, chiamata Fellini Group –La famiglia (perchè quando si è lontani migliaia di km dagli affetti è bene farsene una anche qui), e la nostra di Bucarest è fantastica.

Qualcuno  è entusiasta di partecipare, altri un po’ meno, qualcun’altro si interroga su dove andare a mangiare.

Giustamente, l’idea di stare fermi al gelo e pure a stomaco vuoto non è delle migliori, ma una volta stabiliti gli itinerari il problema si risolve.

Raffaele vorrebbe venire ma, ahimè è troppo lontano. Andrea alla fine si mette in “modalità divano” e se ne sta a casa.

Il nostro colore sarà il blu, visto che veniamo tutti dalla zona nord di Bucarest. Scarichiamo l’applicazione  che viene suggerita dal gruppo Corupţia Ucide, soluzione preferibile al cartoncino colorato, così una mano può restare in tasca!

Il momento clou sarà alle 21. Il nostro appuntamento è alle 20,20 sotto il monumento ai Caduti dell’Aria. Marco e Zhainar sono in ritardo, è difficile trovare parcheggio. Dieci minuti di attesa sono sufficienti per rendersi conto di come sarà il resto della serata, siamo già a -7.

Sulle strade che conducono alla centralissima Piaţa Victoriei incontriamo poche forze dell’ordine, è evidente il clima pacifico. Due grossi camion della Jendarmerie, uno di fronte all’altro,  permettono l’accesso solo ai pedoni. Una misura necessaria, non sia mai detto che a qualche pazzo venisse in mente di emulare i fatti di Nizza…camion.JPG

La piazza è gremita. Sulla destra le parabole delle televisioni, giornalisti incappucciati e cameramen appollaiati sui cestelli degli elevatori.

La miscellanea dei manifestanti è molto variegata,giovani, anziani, bambini  che giocano con le bandiere e neonati nei marsupi. In Romania si va a protestare in famiglia, cani compresi quando ci sono. E’ questo il Popolo.

popolo

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Ma la maggior parte è costituita da giovani, diciamo quarantenni, ovvero quelli che hanno avuto modo di rendersi conto, magari viaggiando, che è possibile avere un paese migliore. Il dover “andare all’estero” deve restare una scelta, non un obbligo. Destini comuni.

Centinaia di volontari continuano a distribuire i fogli colorati, specificando i luoghi di raccolta, dove a manifestazione finita, dovranno essere lasciati.

I manifesti hanno slogan originali e pungenti.

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Manca poco alle 21, fa un freddo cane, nonostante i guanti ho le dita ghiacciate e non riesco a fare foto col cellulare, ghiacciato anche quello, in borsa. Per fortuna Marco è venuto munito di macchina fotografica (e calzamaglia, beato lui) e queste foto sono le sue.

Hoṭi (ladri) e demisie (dimissioni) sono le parole che rimbombano su tutta la piazza, insieme agli strumenti a percussione.

Poi alcuni segnali acustici avvertono che è arrivato il momento di azionare i telefonini, e per qualche minuto la piazza si accende di rosso, giallo e blu.

Finito questo, tutti, ma proprio tutti intonano l’inno nazionale, e sentirlo cantare da migliaia di persone provoca una certa emozione. Deșteaptă-te, române, din somnul cel de moarte, În care te-adânciră barbarii de tirani! Risvegliati, romeno, dal sonno della morte,al quale ti hanno sprofondato i barbari tiranni.

Se penso al mio, mi viene in mente solo lo stadio…

E’ arrivato anche Amato, che data l’altezza non ha faticato a trovarci, e finalmente possiamo dirigerci presso uno dei punti di ristoro, dove  giovani volontari  continuano a versare bidoni di tè gratuito nei samovar. E’ bollente,che sollievo.Ci vengono offerti anche biscotti alla cannella.

E’ ora di andare,e intirizziti torniamo tutti a casa. E già nel taxi vedo sui siti dei notiziari rumeni la foto del tricolore, un’immagine che entrerà a far parte della storia di questa nazione. C’ero.

 

 

 

Proteste in Romania

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Mentre scriviamo, nonostante nevichi, è ancora in atto una protesta che ormai dura da oltre una settimana e che vede centinaia di migliaia di persone scendere nelle principali piazze della Romania e non ( la diaspora in altre capitali d’Europa non se ne sta lì a guardare).

Il motivo di questa grande protesta è stato inizialmente l’abrogazione di un decreto  legge, discutibile, che avrebbe visto molti membri autorevoli del Governo scagionati del reato di corruzione. Un decreto legislativo firmato in un battibaleno a tarda notte. In un certo senso questo veloce sistema ci ha ricordato quello che si faceva nei tempi del comunismo, quando si andava a letto incensurati, per poi scoprirsi la mattina  colpevoli di qualche reato sul quale avevano legiferato solo poche ore prima. E la notizia veniva data direttamente dalla Securitate che veniva a prelevare i malcapitati alle prime luci dell’alba.

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Nel caso di oggi, se la legge fosse andata in vigore, molti politici avrebbero visto improvvisamente depenalizzati i loro reati di abuso d’ufficio e altri reati di corruzione.

Una beffa, per far passare questa azione come un’ inevitabile misura per svuotare le carceri, ormai troppo affollate. Come già detto in passato, il sistema penale in Romania è molto severo, si va in carcere per reati davvero minori, come la guida senza patente. Molte mamme si trovano in prigione per aver rubato per sfamare i figli. Ma accanto a questi ci sono tanti politici o persone in qualche modo importanti…Perchè se si commette un reato si finisce dritti dentro, qui!

Ma la Romania è uno dei paesi più corrotti d’Europa e la DNA (Direcţia Naţională Anticorupţie ) ogni giorno ha il suo bel da fare. Ed il popolo rumeno è un popolo che si indigna!

Ecco quello che traspare ai nostri occhi di straniere, una lezione di democrazia, da un paese che, a differenza di tanti altri, l’ha ottenuta dopo e a caro prezzo. E non intende rinunciare a questo che è l’unico strumento per aspirare a una vita migliore.

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Negli ultimi anni abbiamo visto ben tre volte proteste, quelle vere, non quelle dei social network.

Manifestazioni pacifiche, in cui sfilano anche le famiglie, mai infestate da squadristi mercenari (tranne una piccola parentesi di Ultras, qualche giorno fa, placata nell’arco di pochissimo tempo).

Nelle elezioni  presidenziali, nel 2014, alla diaspora all’estero non era stato permesso votare a causa della chiusura anticipata dei seggi elettorali. Victor Ponta sapeva di non avere molto ascendente sui quei connazionali. Il romeno ha un grande senso di appartenenza al suo paese; in molti, pur di andare ad esprimere la propria preferenza, avevano fatto viaggi lunghissimi per raggiungere i seggi elettorali. Il popolo si è indignato, migliaia di persone hanno sfilato per le strade principali per giorni , con il risultato che tutto questo scontento ha finito per…far vincere l’avversario, che stando ai risultati del ballottaggio non era favorito.

Un anno fa, dopo la tragedia del Collectiv, di nuovo proteste contro un sistema di mazzette, che impediva la chiusura di molti locali privi di sistemi di sicurezza e che in seguito aveva portato in evidenza la pessima situazione sanitaria in regime di urgenza. Ed anche qui, conseguenza della manifestazione, è stata la consegna delle dimissioni del Primo Ministro!

Quello che succederà adesso non si sa, non è un nostro argomento, per questo esistono i media, ma siccome lo scopo è quello di far conoscere la Romania, vedere un popolo, stretto sotto la propria bandiera, andare contro i poteri forti fa sorgere spontanei ed inevitabili  paragoni…

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Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula.