Transalpina Road

 

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La Transalpina (DN67C), collega la Transilvania con l’Oltenia, passando attraverso i monti Parang,dei Carpazi Meridionali, ed è la piu’ alta della Romania (2145m).

Come laTranfagarasan, è una di quelle strade alpine che richiamano i turisti perchè offre uno scenario montuoso spettacolare. Ma non è una passeggiata, anzi, diciamo che è roba da iubitori de adrenalina, da temerari. Le autorità rumene sconsigliano di percorrerla, visto che in una serie di tratti non è neanche asfaltata, e la cartellonistica che si incontra ricorda che si tratta di “propria raspundere“, ovvero a proprio rischio e pericolo.

Inaugurata nel 1938 da Carol II (motivo per cui viene chiamata “Strada del re”), in realtà non mai stata del tutto terminata. Molti lavori sono stati lasciati a metà a causa delle insolvenze delle ditte contrattiste, con il risultato che oltre a mancare il manto stradale, mancano parapetti e segnaletica. A questo si aggiunge che trattandosi di un terreno franoso, in alcuni punti, la doppia carreggiata si riduce ad una , perchè l’altra è coperta di massi. E che dire delle buche, che ovviamente il guidatore tende ad evitare…peccato che anche chi arriva dal senso contrario fa la stessa cosa!

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Ma una volta presa coscienza di questo, percorrerla è davvero emozionante.

Trovandoci a Sibiu, l’abbiamo percorsa da Nord verso Sud, da Saliste a Novaci, e a mio avviso è il modo migliore di percorrerla in quanto con questa direzione, le cime piu’alte si trovano quasi alla fine del percorso, insomma vi è un vero e proprio crescendo di emozioni. Strada facendo si incontra di tutto, nidi di cicogne sui pali della luce (consuetudine in Transilvania), carretti trainati da cavalli, volpi (una ci ha attraversato la strada), paesini in cui il tempo sembra essersi fermato.

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Tra questi, Jina, dove alle spalle di abitazioni piccole e colorate, una attaccata all’altra, spunta una spropositata cattedrale bianca. Cosa ci fa questo Taj mahal dietro le casette del Monopoli? Si tratta della Biserica Sf.Mihail si Gavril, può accogliere 2000 persone ed ha ben due entrate, una per le donne e l’altra per gli uomini In un paesino di 4000 anime…. Bah.

 

 

lacul tauUna tappa è bene farla al Lago Tau, dove l’hotel Papasul Regeului offre un ottimo ristoro con buoni prezzi. Anche solo una cioccolata calda merita, visto che la temperatura qui inizia ad abbassarsi…

La strada è piuttosto stretta, e non ci sono aree di sosta, se non quelle obbligate dove ci si ferma per fare foto ed ammirare il panorama. Queste, a differenza della Transfagarasan, non sono molte, ma ugualmente sono prese di mira dagli ambulanti che offrono cibo e souvenir. Una di queste è il Lago Oasa (siamo a 1255m ), formato da una diga.

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kurtE’questa un’altra tappa consigliata, ammirare il paesaggio dal ponte, avendo tra le mani un kurtoskalacs caldo, dolce tipico di origini ungheresi, cotto sulla brace e rotolato nello zucchero, è impagabile.

Si continua a salire, si incontrano mucche, pecore al pascolo e…cani, anche piuttosto arrabbiati che disturbano lo scenario bucolico e preoccupano non poco (dover cambiare una gomma in questa circostanza non è auspicabile, non c’è neanche il segnale in alcuni punti).

Il Pasul Urdele rappresenta il punto piu’alto. Non ci sono parapetti e si susseguono una serie di curve a gomito per circa una decina di km, la temperatura si abbassa fino ad arrivare a 7/8 gradi, e si arriva nel tratto che si trova su tutte le immagini della Transalpina. Quest’ultimo pezzo, nel nostro caso, è stato accompagnato da una fitta nebbia, che nella sequenza di tornanti,  ha contribuito a rendere il tutto sicuramente piu’ suggestivo, per gli altri, a me ha fatto venire il mal di mare!

Il fenomeno Cărturești

Definire Cărturești  una libreria è riduttivo. E’un concept store, uno spazio di ritrovo, uno di quei luoghi in cui si alternano eventi culturali, work shop, proiezioni cinematografiche,ecc.

cart entrataSituata sul Bulevardul Magheru, si trova all’interno di una bella villa di fine epoca, con un suggestivo giardino sul retro adibito a caffetteria-ristorante, molto frequentato nei periodi estivi.(Gradina Verona).
Rinunciando alle vetrine, ha mantenuto invariato l’aspetto di casa signorile, con parte degli arredi originali, come stufe in ceramica, camini, specchi, stucchi e decori .Gli spazi espositivi si trovano nelle stanze.
Quattro piani senza ascensore. Accanto agli scaffali di libri, ci si può dilettare a curiosare tra una serie infinita di oggetti molto originali , high tech e accessori.cart foto int

Uno spazio è interamente dedicato ai tè, con annessi e connessi. La mansarda è adibita ad area di interesse per bambini (libri, giochi, cartoleria), corredata di una sala in cui si organizzano per loro corsi di pittura ed arte in genere.

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Nel sotterraneo si trova il caffè Verona, più in uso nei mesi invernali, chiamato così perchè si affaccia sulla piazza dedicata all’omonimo pittore del ‘900.Questa casa costruita nel 1883, era l’abitazione di Dimitrie Sturdza, ministro degli esteri e Primo ministro rumeno, pare avesse egli stesso una biblioteca molto fornita nella sua abitazione. Nel ’44 ha ospitato la libreria Hasefer, seguita poi da un antiquario che comunque continuava ad occuparsi di libri (sembra che appena dopo la guerra molti venissero qui a venderli per sostenersi).
Nazionalizzata nel periodo del regime, è tornata di proprietà della famiglia Sturdza nel 2000.
Una storia interessante del passato, ma ve ne è un’altra che lo è ancor di più e che si svolge nel presente. Una di quelle storie in cui il protagonista prova ad andare controcorrente e che termina con un lieto fine.
Şerban Sturdza, di professione architetto, dal momento in cui si trova ad essere il legittimo proprietario, inizia a ricevere molte offerte, dalle onnipresenti banche, ma soprattutto dagli investitori immobiliari. Una posizione così, in una delle arterie principali della città, è come il canto delle sirene per gli speculatori edilizi.
Ma il destino della casa era quello di continuare ad ospitare libri. L’architetto è riuscito a fare di un vechituri un affare di successo. Sensibile alle numerose campagne in cui si invitava a non demolire le vecchie abitazioni di Bucarest, opta per la creazione di un centro catalizzatore della vita culturale cittadina in un ambiente familiare, privo di effetti speciali. Due giovani rumeni credono in questo progetto, Nicoleta Dumitru e Șerban Radu. Nasce così la prima Carturesti nel 2003. Seguita poi da altre, 16 in tutta la Romania.L’ultima di queste, Carturesti Carusel, inaugurata nel 2015, a Lipscani, in un palazzo in pieno centro storico. Anche qui, la storia è simile.

carusel fuori carusel dentroAppartenente all’antica famiglia di banchieri Chrissoveloni, è stato nazionalizzato e trasformato in Magazzini Familia nei tempi bui comunisti. Riscattato dopo 24 anni di cause dai legittimi eredi, ora ospita in quattro piani oltre ai libri, uno spazio multimediale, una galleria dedicata all’arte contemporanea e un delizioso bistrot che guarda dall’alto. Şerban Radu e Nicoleta Dumitru, hanno al momento un giro di affari che supera gli 11 milioni di euro e sono tra i 100 cool brands di Forbes…bello poter dire ogni tanto: “la cultura non ha prezzo”!

Dracula, tra storia, leggenda e business

TITLE: DRACULA (1958) ¥ PERS: LEE, CHRISTOPHER ¥ YEAR: 1958 ¥ DIR: FISHER, TERENCE ¥ REF: DRA015CJ ¥ CREDIT: [ THE KOBAL COLLECTION / HAMMER ]

Nell’immaginario collettivo, se si pensa alla Romania, si pensa a Dracula.
Ma quanto c’è di vero in questo mito? Praticamente nulla! Tutto il business turistico che ruota intorno a questo nome è basato sulle poche righe del romanzo di Bran Stoker, Dracula.
Lo scrittore irlandese, nel corso della sua vita, entrando in contatto con l’autore ungherese Armin Vanbery, rimase affascinato dai suoi racconti sulla storia e sui costumi dei Balcani.
Finì per citarlo nel cap.23 definendolo “my friend Arminus of Buda-Pesth”.
Ed è così che Stoker decide di ambientare parte del suo romanzo gotico in Transilvania, dove il protagonista Jonathan Harker si trova “immediatamente avvolto in un clima di misteri e di scongiuri, fino a che di notte, tra lontani lupi che ululano e cavalli dalle narici infuocate, giunge in un castello dove un signore vestito di nero, dagli occhi troppo rossi e dai denti troppo bianchi..”
Vlad_Tepes_002A questo si aggiunge il mito di Vlad Tepes (l’impalatore), il sanguinario principe della Valacchia, che dichiarando guerra a Matyas Corvino, re di Transilvania, finì per invadere la vicina Brasov impalando nobili e cittadini, e continuò ad usare questo crudele metodo (pare di origine assira, secondo Erodoto, Dario impalò 3000 babilonesi..) contro nemici, ladri e traditori.

Il racconto del suo particolare comportamento venne diffuso in tutte le corti d’Europa nel 1463, pare proprio per volere di Matyas Corvino, su un opuscolo stampato,probabilmente a Vienna, con allegata una sua raffigurazione. Aggiungo a tal proposito che esiste un solo vero ritratto di Vlad, e si trova nel Castello d’Ambras, nel Tirolo.
Egli era figlio di Vlad II soprannominato Dracul, soprannome dovuto a un gioco di parole. infatti nel XV aveva coniato delle monete con l’emblema di un drago e il popolo, credendo in un patto con il diavolo, ha iniziato a chiamarlo Vlad Dracul (Vlad il Diavolo) invece di Vlad Dragonul (Vlad il Drago). Successivamente, con la traduzione in altre lingue la parola “dracul” fu associata alla parola “vampiro”.
foto castelloE il Castello di Bran rappresentava una location perfetta, avendo ospitato, anche se solo per qualche giorno, il temibile principe. Arroccato su una parete rocciosa all’interno di una stretta gola, questo ambiente suggestivo ha aiutato ad accrescere l’alone di mistero e di leggenda che avvolge questa storia.
Le scalinate strette e tortuose, le camere a graticcio, i passaggi sotterranei e le torri conferiscono un sapore recondito e affascinante.

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Fatto erigere nella seconda metà del 1300, inizialmente fu usato come baluardo contro le incursioni da parte dell’impero ottomano.
Ma a partire dal 1920, la magione divenne residenza dei sovrani di Romania. Vi soggiornarono a lungo la regina Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha e sua figlia, la principessa Ileana . Nel 1948, la famiglia reale rumena venne costretta a lasciare la residenza dalle forze dell’ordine comuniste (e lasciare la Romania in 24 ore).
Fu restituito al legittimo proprietario, Dominic d’ Asburgo, figlio della principessa Ileana e architetto negli USA, solo nel 2006. Per questi rappresenta una vera e propria miniera d’oro, considerato che ha una rendita di circa un milione di euro l’anno.
Si tratta in assoluto del luogo più turistico della Romania, ogni anno circa 560 000 persone arrivano in Transilvania per visitarlo, creando ingorghi vari negli ambienti più angusti. Stessa aria si respira prima di entrarvi, ai piedi del Castello c’è un vero e proprio “suk”, in cui bancarelle e ambulanti proprongono ogni genere di merci e souvenir a tema.
Attualmente, stando a quanto dice The Daily Telegraph, è in vendita, ed il suo valore commerciale è di circa 140 milioni di dollari, l’attuale proprietario per quella cifra sarebbe disposto a cederlo.