Nell’immaginario collettivo, se si pensa alla Romania, si pensa a Dracula.
Ma quanto c’è di vero in questo mito? Praticamente nulla! Tutto il business turistico che ruota intorno a questo nome è basato sulle poche righe del romanzo di Bran Stoker, Dracula.
Lo scrittore irlandese, nel corso della sua vita, entrando in contatto con l’autore ungherese Armin Vanbery, rimase affascinato dai suoi racconti sulla storia e sui costumi dei Balcani.
Finì per citarlo nel cap.23 definendolo “my friend Arminus of Buda-Pesth”.
Ed è così che Stoker decide di ambientare parte del suo romanzo gotico in Transilvania, dove il protagonista Jonathan Harker si trova “immediatamente avvolto in un clima di misteri e di scongiuri, fino a che di notte, tra lontani lupi che ululano e cavalli dalle narici infuocate, giunge in un castello dove un signore vestito di nero, dagli occhi troppo rossi e dai denti troppo bianchi..”
A questo si aggiunge il mito di Vlad Tepes (l’impalatore), il sanguinario principe della Valacchia, che dichiarando guerra a Matyas Corvino, re di Transilvania, finì per invadere la vicina Brasov impalando nobili e cittadini, e continuò ad usare questo crudele metodo (pare di origine assira, secondo Erodoto, Dario impalò 3000 babilonesi..) contro nemici, ladri e traditori.
Il racconto del suo particolare comportamento venne diffuso in tutte le corti d’Europa nel 1463, pare proprio per volere di Matyas Corvino, su un opuscolo stampato,probabilmente a Vienna, con allegata una sua raffigurazione. Aggiungo a tal proposito che esiste un solo vero ritratto di Vlad, e si trova nel Castello d’Ambras, nel Tirolo.
Egli era figlio di Vlad II soprannominato Dracul, soprannome dovuto a un gioco di parole. infatti nel XV aveva coniato delle monete con l’emblema di un drago e il popolo, credendo in un patto con il diavolo, ha iniziato a chiamarlo Vlad Dracul (Vlad il Diavolo) invece di Vlad Dragonul (Vlad il Drago). Successivamente, con la traduzione in altre lingue la parola “dracul” fu associata alla parola “vampiro”.
E il Castello di Bran rappresentava una location perfetta, avendo ospitato, anche se solo per qualche giorno, il temibile principe. Arroccato su una parete rocciosa all’interno di una stretta gola, questo ambiente suggestivo ha aiutato ad accrescere l’alone di mistero e di leggenda che avvolge questa storia.
Le scalinate strette e tortuose, le camere a graticcio, i passaggi sotterranei e le torri conferiscono un sapore recondito e affascinante.
Fatto erigere nella seconda metà del 1300, inizialmente fu usato come baluardo contro le incursioni da parte dell’impero ottomano.
Ma a partire dal 1920, la magione divenne residenza dei sovrani di Romania. Vi soggiornarono a lungo la regina Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha e sua figlia, la principessa Ileana . Nel 1948, la famiglia reale rumena venne costretta a lasciare la residenza dalle forze dell’ordine comuniste (e lasciare la Romania in 24 ore).
Fu restituito al legittimo proprietario, Dominic d’ Asburgo, figlio della principessa Ileana e architetto negli USA, solo nel 2006. Per questi rappresenta una vera e propria miniera d’oro, considerato che ha una rendita di circa un milione di euro l’anno.
Si tratta in assoluto del luogo più turistico della Romania, ogni anno circa 560 000 persone arrivano in Transilvania per visitarlo, creando ingorghi vari negli ambienti più angusti. Stessa aria si respira prima di entrarvi, ai piedi del Castello c’è un vero e proprio “suk”, in cui bancarelle e ambulanti proprongono ogni genere di merci e souvenir a tema.
Attualmente, stando a quanto dice The Daily Telegraph, è in vendita, ed il suo valore commerciale è di circa 140 milioni di dollari, l’attuale proprietario per quella cifra sarebbe disposto a cederlo.
Pingback: Dracula…storie di sangue | alla scoperta della romania