Quando si arriva ai piedi del castello di Peleş si resta a bocca aperta, sembra proprio quello delle fiabe! Nel bel mezzo di una foresta montana, nei pressi di Sinaia, località sciistica che dispone di ben 22 km di piste, è preferibile visitarlo in inverno. La neve ne accresce il fascino.
Esternamente tipico esempio di architettura bavarese,all’interno diversi stili si accostano magicamente di tra loro, barocco, neorinascimentale tedesco e italiano e perfino rococò.
Inaugurato nel 1883 da Carlo I di Romania, ha il primato di essere il primo maniero al mondo alimentato completamente con energia elettrica prodotta in loco.
All’ingresso vi è la statua di Carol I di Raffaello Romanelli, lo stesso della statua equestre di Carlo Alberto dei giardini del Quirinale.
Ha una superficie di 3.200 metri quadrati, 160 stanze, ognuna con un tema che rispecchia diverse culture del mondo. Questi variano a seconda della funzione (uffici, biblioteche, armerie, gallerie d’arte) o per stile (fiorentino, turco, arabo, francese, imperiale). Tutte le camere sono estremamente e lussuosamente arredate, decorate nei minimi dettagli.I lampadari sono in vetro di Murano, le porcellane di Sèvre, e alle pareti pelli di Cordoba.
Si tratta della residenza preferita di Carlo I ma soprattutto di sua moglie Elisabetta di Wied, scrittrice conosciuta col nome d’arte di Carmen Sylva.
Quest’ultima ha seguito personalmente i lavori, per i quali sono stati necessari 400 artigiani, provenienti da tutta Europa, e così annotava nel suo diario:” Gli italiani erano muratori, i romeni costruivano terrazze, gli albanesi e i greci lavoravano la pietra, i tedeschi e gli ungheresi lavoravano il legno. I turchi costruivano mattoni. Gli ingegneri erano polacchi, mentre gli scalpellini erano cecoslovacchi. I francesi erano disegnatori, gli inglesi erano alle misure. Si potevano osservare centinaia di costumi nazionali e parlavano, litigavano e cantavano in quattordici lingue in tutti i dialetti e desinenze, un mix gioioso di uomini, cavalli, carri, buoi e bufali domestici.”
Il castello ha avuto il suo periodo di gloria, quando ha ospitato, oltre a re ed imperatori (tra cui Francesco Giuseppe I d’Austria e l’imperatrice Sissi, grande amica di Elisabetta) anche tanti grandi artisti dell’epoca: Sarah Bernhardt, George Enescu, Pierre Loti, Gustav Klimt (che ha dipinto le pareti della sala del teatro in cui, per la prima volta in Romania è stata proiettata una pellicola cinematografica).
Elisabetta, era una grande mecenate ed uno spirito piuttosto anticonformista per l’epoca, è sua questa frase: ” La moda è fatta per le persone prive di gusto, l’ etichetta per le persone sprovviste di educazione, e le chiese per quelli che non hanno religione” .
E’ un giro piuttosto lungo, quasi tutte le stanze sono visitabili, ed in ognuna ci si sofferma ad ammirarne i particolari.
Una volta usciti, si passa davanti alla residenza di Peleşor, di gran lunga più modesta, voluta da Maria (di Sassonia-Coburgo, nipote della Regina Vittoria, moglie di Re Ferdinando). Qui si trova una stanza tutta d’oro , le cui pareti sono interamente ricoperte da foglie di cardo, simbolo della Scozia,la sua patria.
Ma le meraviglie di Sinaia non finiscono qui. A questo punto vale la pena raggiungere l’Hotel Ioana, all’interno del quale c’è uno dei ristoranti più spettacolari di tutta la Romania, il Forest. Costruito nel bel mezzo di una foresta, e quando dico in mezzo significa che si è tra gli alberi, che continuano a crescere indisturbati tra i tavoli. Il pavimento di legno, sospeso a mo’di palafitta, è fatto a soppalchi che delimitano le zone del ristorante. Difficile da descrivere e nessuna foto è capace di mostrare lo spettacolo che offre.Occorre andarci!
La Transilvania è in cima alla top ten delle regioni turistiche consigliate dalla Lonely Planet per 2016, c’è da stupirsi?
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