Dealu Mare, il Chianti rumeno (by Stefania)

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Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di dormire su una casetta sull’albero come quelle delle favole?

Vale la pena organizzarsi un bel week end e soddisfare questo desiderio visto che sempre più spesso nei boschi si incontrano queste dimore poco convenzionali che offrono turismo ecosostenibile.

Ecco un suggerimento, accoppiato ad un tour enogastronomico in una zona non lontana da Bucuresti, la contea di Prahova, terra di Bacco per eccellenza.

I grandi vini, bianchi o rossi che siano, nascono tra il 40° ed il 50° parallelo, ma la perfezione è a ridosso del 45°, come racconta il libro di Olivier Bernard, “La magie du 45 parallele”. Si tratta di una zona non troppo calda e non troppo fredda, dove l’uva trova le condizioni climatiche ideali.

carretto vignaEd è proprio in questa magica latitudine che si trovano i vigneti di Dealu Mare (Colline Grandi). Una produzione vinicola che risale ai tempi degli antichi romani, che non a caso chiamavano la terra rumena “Dacia Felix”.

Un giro sulla Drumul Vinului (la strada del vino) nella patria dei vini rossi (appunto quelli di Dealu Mare), per riconciliarsi con il mondo dopo questi lunghi mesi di lockdown, e tornare a vivere, lontani da mascherine e patetiche autodichiarazioni.

Neanche due ore da Bucarest, e nel raggio di pochi km è possibile visitare le più grandi cantine rumene.

Urlati, Davino, Budureasca, Basilescu, Ceptura, Tohani, sono solo alcune delle tante cramele che offrono (previa prenotazione) un tour guidato con degustazione.

Io, non avendo molto tempo, ho optato solo per Lacerta, dall’inconfondibile logo con la lucertola, tra i miei vini preferiti. Ci sono 82 ettari di vigneti, 2000 mq di superficie tra i quali spicca l’antica casa di campagna progettata dall’architetto Ion Mincu nel 1901. In quegli anni, per gli aristocratici rumeni era consuetudine avere delle belle case in campagna, accanto ai loro possedimenti, si chiamano conace (manieri), e su queste colline se ne possono vedere diversi. Alcuni sono ancora in stato di abbandono, altri sono stati ristrutturati e fanno parte della visita che le cantine offrono. Lo stesso Antinori, tra i produttori italiani più famosi , ne ha recuperato uno. Direttamente dal Chianti è venuto ad investire qui in Romania, nella Vitis Metamorfosis.

Vale la pena di visitarne più di una, soprattutto perché le strade sono belle, tranquille, alle colline e vallate si alternano pascoli, paesini e agglomerati di casette molto pittoresche, e si incontrano tanti carretti, simbolo della Romania rurale.

Ma veniamo alla nota più bella del viaggio, la quintessenza di questo tuffo nella natura è stata l’aver deciso di soggiornare in una fattoria, la Ferma Dacilor.

Già dalle foto in rete avevo capito che si trattava di qualcosa di parecchio originale, ma la realtà ha superato la fantasia!

casetta albNel bel mezzo di un anfiteatro di vigneti si accede in questo simpatico complesso fatto solo di legno e pietra. La prima cosa che si vede sono le graziose casette sugli alberi. Costruite tra le acacie, dotate di una comoda scalinata, hanno il pavimento di vetro!

pavim vetroDa lassù ho pensato al Barone rampante, quando diceva che ogni cosa vista da sopra un albero era diversa, e già solo questo per lui era un divertimento.calvino

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camera

Per chi ama di più stare coi piedi per terra, accanto a queste, è possibile soggiornare nelle casette daciche, che richiamano appunto le antiche abitazioni dei daci. Circolari, in pietra, con piccole finestre, quasi dei buchi, e il tetto di cannette. Naturalmente c’è anche possibilità di dormire in una camera, nella struttura principale, come ho fatto io, incantevole anche questa.

Svegliarsi la mattina in campagna, infilarsi un paio di ciabatte e andare a fare colazione all’ombra di un’acacia, sentire solo gli uccellini…cosa desiderare di più?

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Tutti i prodotti sono a km 0, pane, salumi, ortaggi, yoghurt, miele e marmellate, tutto rigorosamente servito nei tipici cocci della tradizione rumena.

Qui ho scoperto una delle cose più buone che abbia mai mangiato, una confettura di more al Cabernet Sauvignon…sul burro è un’estasi!

E che dire degli “effluvi” del purcel la protap (la porchetta !) che comincia a solleticare il palato già dalla tarda mattinata e che accompagnano tutto il week end, insieme alla musica e all’ottimo Feteasca Neagra della casa. Questa è la Romania che preferisco. Quella rurale, delle cose semplici. Quando al buon cibo si accompagna la musica e la gente. Il popolo rumeno quando sta in campagna è un’altra cosa, lontani dallo stress, dal traffico, dal lavoro, davanti ad un bicchiere di vino riesce a dare il meglio di se stesso.

Provare per credere.

Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula.

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