Quando si tratta di ristoranti si ha l’imbarazzo della scelta, si mangia ovunque, e ce n’è veramente per tutti i gusti. Rumeni, italiani, libanesi, greci, turchi, giapponesi, cinesi, thailandesi ecc. Si può trovare un ristorante bellissimo e mangiare male o viceversa. Non di rado capita di trovare ottimo cibo, tornarci due settimane dopo e trovare che la qualità è scaduta. Insomma, il continuo turnover di personale non è sinonimo di garanzia.
Quindi è difficile fare una classifica e per non rischiare di vederci insultare da chi ci legge ci limitiamo a fare una piccola lista di quei luoghi che non si possono perdere.
1) Caru Cu Bere – Il più bello, il più antico e ovviamente il più turistico, ma non si può ripartire da Bucarest senza esserci passati, anche solo per gustare un ottimo Papanasi, il dolce tipico rumeno, che quì è particolarmente buono. E’ sempre affollato, ma dotato di un personale veramente celere. Tra cuochi, addetti di sala, musicanti e ballerini, ci lavorano circa 170 persone.
Il sabato sera c’è lo spettacolo vero e proprio, ma occorre prenotare con largo anticipo (giorni). Il cibo è ottimo, basta solo sapere cosa ordinare, de gustibus…
Il nostro consiglio? La zuppa servita nella pagnottina e lo stinco.
2) 18 Lounge, il più scenografico. Al 18 piano, in una delle due torri gemelle di Piazza Scanteii.
La vista è spettacolare, abbraccia tutta la città. E’ inutile sperare di catturare il panorama facendo foto, abbiamo provato tutti, meglio sedersi e godersi la vista, anche solo per il tempo di un aperitivo. Lo si gode al massimo alla sera o il sabato e la domenica. Negli altri giorni, a pranzo è frequentato dalla miriade di impiegati che lavorano in quei palazzi, sembra di essere in una mensa affollata.
Il menù è internazionale, si trova dalla pasta alle T-bone, dalle zuppe vegetariane al pesce, passando per quelle insolite creazioni come fegato d’anatra ricoperto di cioccolato (molto particolare). I piatti vengono presentati come veri quadri d’autore, con pennellate colorate e verdurine posizionate con cura.
I dolci sono il pezzo forte. Nulla di tipico rumeno, per lo più dolci al cucchiaio veramente deliziosi.
Occhio alla carta dei vini, qui si rischia di farsi male ( alle tasche), meglio puntare su quello che offre la casa o su quelli rumeni, che sono ottimi.
3) Excalibur, il più divertente.
In Piazza Revolutiei, di fronte al Ministero degli Interni, è la classica “locanda” medievale.
Panche di legno, camerieri con costumi d’epoca, stemmi e alabarde. Gli enormi vassoi di legno vengono portati a spalla e corredati di fiamma. Piatti e bicchieri di coccio, e al centro una ciotola con acqua e limone, perchè ovviamente si mangia con le mani. E’ davvero spassoso quando si è in compagnia, rompere un pollo e strappargli le cosce prima di addentarle.
Le porzioni sono molto abbondanti, se c’è scritto che il piatto è da dividere in quattro…è facile che ci si mangi in 6.
4) La Beraria H, il più grande.
All’interno del Parco Herastrau, in megaspazio che originariamente era un mercato (si chiamava Padiglione H) è oggi la birreria più grande dell’Europa dell’Est, con circa 2000 coperti.
Dotata di palco, ospita concerti al fine settimana di cantanti famosi e non. E’ qui che abbiamo sentito suonare e cantare Emir Kusturica, che non sapevamo avesse una sua band.
E’ un cibo da birreria, patate fritte (superlative), wurstel e salsiccie, veramente adatto alle fredde serate invernali.
5) La Taverna Covaci, il più tipico.
Nel bel mezzo di Lipscani, centro storico e nevralgico della città, uno di quei ristoranti in cui si va per respirare il folclore locale. Arredamento e piatti tipicamente rumeni, e musicanti al sabato sera. Fortunatamente un menù fotografico a prova di bomba aiuta a capire cosa scegliere, e soprattutto cosa evitare. Da provare hamsii e mamaliguta, alici fritte e polentina, un modo tutto rumeno per gustare il pesce.
6) Grano, il più italiano.
Perchè no? Un ristorante italiano non deve mancare mai. E questo tra tutti è quello che più rispetta i nostri gusti. A due passi da Piazza Floreasca, nasce prima di tutto come un “negozio”.
E’infatti così che continua ad essere chiamato dai proprietari, simpatici italiani di Verona.
Prodotti italiani autentici da acquistare quando si è in crisi di astinenza di formaggi, salumi ed altre “delicatessen” di casa nostra. La vera leccornia? I cannoli.
E’ tra i pochi che continua a mantenere invariati i piatti tipici della cucina italiana, cosa che purtroppo accade spesso da queste parti.
Non di rado capita di trovare panna nella carbonara. Ma perchè allora continuare a chiamarla così?
Prima o poi ci verremo! Grazie delle sempre interessanti segnalazioni
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