Curtea de Arges, a 160 km da Bucarest, è uno di quei luoghi non sufficientemente pubblicizzati sui siti turistici stranieri. Spesso si viene qui come base di partenza per la Tranfagarasan, ma in realtà meriterebbe una visita apposta.
E’ una delle città più antiche della Romania, succeduta a Campolung come capitale della Valacchia, anche se alcune controversie storiche basate su ritrovamenti archeologici, affermano il contrario.
Uno dei primi monumenti che si incontrano entrando nella cittadina è la Biserica Domneasca (Chiesa Principesca), edificata a metà del 1300 da Basarab, principe della Valacchia che riuscì ad uscire dal ruolo di vassallo ungherese, conquistando l’indipendenza della regione.
Dedicata a S.Nicola, quello che c’è di particolare riguarda gli affreschi che si trovano all’interno. Uno raffigura la “crocifissione di San Pietro”, che come nell’immagine del Caravaggio (del 1600), appare a testa in giù, per volere del martire stesso in segno di umiltà nei confronti di Cristo, come racconta Origene nella sua interpretazione delle Sacre Scritture.
L’altro affresco che colpisce è l’ immagine della Vergine gravida, cosa che non si vede molto spesso nelle immagini sacre. Dare una forma così umana, che sottintende l’aspetto terreno nonchè una certa sessualità, non è mai stato facile. Di solito nelle rare iconografie a riguardo, si è cercato di ovviare disegnando un libro (Antico Testamento)poggiato sul grembo, o altri simboli per esaltare l’ultraterrenità. Qualcuno ipotizza che tali rappresentazioni fossero addirittura dichiarate eretiche.
Poco distante, all’interno di un parco, l’impressionante Monastero (Chiesa Episcopale), in stile bizantino, fatto costruire nel 1514 da Neagoe Basarab, con marmi e mosaici provenienti da Costantinopoli.
All’edificazione di questa chiesa è legata la leggenda di Mastro Manolo, una ballata popolare diventata in seguito anche una celebre piecè teatrale ad opera del drammaturgo Lucian Blaga. Essa narra che questo monastero, fu costruito da 10 operai guidati da Mastro Manolo che vi murò sua moglie , viva, come sacrificio supremo per la creazione di un’opera unica ed irripetibile.
All’interno vi sono le tombe dei regnanti Carol I ed Elisabeta, e Ferdinando e Maria, di quest’ultima,si narra che abbia espresso il desiderio di vedere il suo cuore, racchiuso in uno scrigno d’oro, nella sua amata Balcic (prima che questa venisse ceduta alla Bulgaria).
Dietro il Monastero, nella Cappella, si trovano le spoglie di Sfanta Filofteia, la santa bambina amata da molti pellegrini che giungono da tutta la Romania a renderle omaggio.
Prima di ripartire, previa pausa in uno dei ristoranti sul viale principale, (il Restaurant Domnesc fa un’ottima pizza nel forno a legna), occorre fare una visita all’antica Stazione (Gara) Reale.
Chiamata così perchè fatta costruire da Carol I, è una delle più belle della Romania, non a caso l’architetto che l’ha progettata è il nostro Giulio Magni, molto attivo, nel secolo scorso, in questa nazione. Nipote di Valadier (quello della casina), vanta tra le sue opere il Ministero della Marina Militare di Roma e la collaborazione con Sacconi per la costruzione del Vittoriano.
Al momento è inutilizzata, e piuttosto abbandonata, ma è possibile vedere attraverso i vetri gli interni, completamente in legno tipici delle stazioni di quell’epoca.
Chi fosse interessato a visite guidate di Bucarest o della Romania può contattare Ursula