Il bello e il brutto di Bucarest

La prima volta che ci si trova a percorrere le strade di questa città, la sensazione è uguale per tutti.Ha 2.000.000 di abitanti con tutto ciò che ne consegue.E’divisa in 6 settori,a spicchi, ognuno amministrato dal proprio sindaco(Primar Sectorul), e sui quali governa il Primar General.Le strade più larghe ed alberate prendono il nome di Bulevard. L’influenza francese del XIX secolo ha condizionato anche la terminologia urbana (sosea,splaiul e trotuar).Il traffico è intenso, spesso dovuto a santier(cantieri, altro francesismo), ma non paralizzante. Ci sono molti parchi urbani.
E fin qui rientra nei canoni di molte capitali europee.
Quello che colpisce è l’architettura, gli stili diversi tra loro creano all’inizio un certo sbandamento nei visitatori “oltre cortina”, che però si trovano subito rassicurati quando vedono i vari Starbuck, H&M e MacDonals…
Ci sono raffinati palazzi fin de siècle in perfetto stile francese haussmaniano affiancati da grattacieli a specchi.

piazza romana
Ma accanto a questi si trovano gli enormi bloc di stampo comunista, di cui ogni volta mi chiedo se le riunioni di condominio le fanno al Dinamo Stadio…

foto ursula
E poi belle ville ristrutturate o cadenti,di cui molte in stile Brancoveanu, un misto di espressioni bizantine mescolate al rinascimento italiano. Tra queste tipologie di edifici ogni tanto spuntano veri e propri “abituri”.Tutti quelli che sono venuti a trovarmi hanno fatto la stessa riflessione:”Non sarebbe male se non ci fossero queste brutture…”
Brutture! Occorre riflettere sulla bruttezza, quando una cosa è brutta? Quando è il contrario di bello, come usavano fare gli ellenici?
Sono proprio questi “mostri” che ci raccontano la parte più tragica della storia di questo paese. Per noi occidentali il concetto di casa “nazionalizzata”non è affatto conosciuto.

lasc catarg villetta
Ma nei duri anni del regime molto sovente si assisteva a questo fenomeno.Una casa, che aveva un legittimo proprietario, da un giorno all’altro diventava proprietà dello Stato.Veniva affissa esternamente una mattonella con la sigla I.A.L. e da quel momento l’entità statale poteva farne quello che voleva. Nei casi più fortunati l’ex proprietario poteva continuare a viverci, ma relegato in una stanza coi suoi familiari, il resto della casa veniva occupato da altre famiglie con cui era obbligato a dividere i servizi. Altro che home sweet home, nostro pensiero comune della sera….ial

A volte, se il malcapitato era un intellettuale, per umiliarlo,veniva costretto a coabitare con gente della peggior specie.
Questa situazione è ben resa nella scena del Dottor Zivago, quando il protagonista rientra a nella sua bella abitazione di Mosca e la trova invasa da decine di altre famiglie.
Dopo la caduta del regime, tutti gli ex proprietari(o eredi) hanno fatto cause per riprendersi l’abitato, ma si tratta di azioni legali spesso lunghe, e molte di queste sono ancora in atto, motivo per cui queste case vivono in totale abbandono.
I tempi sono talmente biblici che i possessori a volte optano per la vendita del “diritto di causa” a terzi che, in cambio di denaro,portano avanti la diatriba e un giorno potranno riscattare il bene.

bloc E che dire degli enormi bloc comunisti, quelli costruiti dal Conducator che in cuor suo aveva il mito di Pyongyang? Quelli che hanno ospitato migliaia di persone sradicate dalle campagne e dai villaggi e costretti a vivere in questi agglomerati urbani? Era molto più semplice spostare e destabilizzare popolazioni intere piuttosto che costruire reti fognarie ed elettriche fuori città.Riflettendo su queste poche nozioni, si può ancora parlare di brutture? Non si può non chiudere gli occhi e provare ad immaginare le sofferenze che hanno visto vivere quelle mura….Ecco che il brutto viene “riabilitato”ad interessante, ed in fondo l’interessante,a differenza del bello, è come per le persone, non smette mai di incuriosire!!!

6 pensieri su “Il bello e il brutto di Bucarest

  1. Complimenti a Ursula e Stefania! Avete fatto una cosa meravigliosa a far scoprire le particolarità del paese rumeno.Un vero documentario molto interessante e in più,fatto dalle persone straniere,ma da buona volontà che si trovano bene nel nostro paese.

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  2. Complimenti, bellissimo articolo. si vede che è scritto da persone che la città di Bucuresti l hanno vissuta in tutti i suoi aspetti. Io sono italiano ma sono per un quarto romeno e vado spesso nella capitale. l ho visitata quasi tutta e l’ho imparata ad amare nelle sue contraddizioni. Penso che sia la capitale d’Europa che più di tutte ha i segni di un regime assurdo e che a noi che non lo abbiamo vissuto ci sembra irreale, fuori luogo, tanto che appunto l’unica cosa che notiamo sono solo gli effetti esteriori, deturpanti il tessuto urbano, che ha lasciato; limitandoci a criticare queste “brutture” non ci sforziamo di comprendere e vivere questa città meravigliosa che ha tanto da raccontare. Spero che scriviate qualche nuovo articolo sulla Romania.

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