Il caffè è sempre un piacere. Per fare due chiacchiere oppure per starsene da soli ad osservare la gente, anche questo è un modo per capire il luogo in cui ci si trova.
Bucarest offre una serie interminabile di caffetterie. Tralascio volutamente il gigante americano che detiene il primato della brodaglia servita alla temperatura di fusione del piombo, e versata in bidoni di carta…Ma che tanto piace ai ragazzi rumeni, come del resto a quelli italiani tanto da essere una delle prime cose che cercano quando vanno all’estero, insieme all’Hard Rock Cafè….
Ogni caffetteria qui ha una sua particolarità, può avere uno stile tutto italiano,come Pascucci, se si ha voglia di vero “vetrino”, scandinavo come Frudisiac,dove si sta tutti intorno ad un grande tavolo , o immersi tra gli alberi, come succede nel giardino dell’ Eden(una foresta). Ma tutti in comune hanno una cosa:ci si siede, per forza! Il concetto del caffè veloce e del bancone lo dobbiamo lasciare in Italia. E’questo il motivo per cui potrebbe inizialmente sembrare caro, visto che può arrivare a costare fino a due euro, (molto se si considera che per un pranzo si spende poco più del doppio, se si opta per il menù del giorno, meniul zilei). Ma se si considera che viene servito al tavolo…scappa anche la mancia.
Tra tutti, uno dei più suggestivi è il Camera Din Fata, che letteralmente significa “camera anteriore”, ovvero il soggiorno. E’ un ambiente davvero particolare e d’altri tempi.
Si trova in prossimità della Piazza Amzei, una delle piazze più nevralgiche della città. Qui c’è il mercato, della frutta e dei fiori, le poste, una serie di ristoranti e bistrot, pasticceria francese, salumeria catalana, angolo pizza (che non manca mai),farmacie naturiste, supermercati ed altri negozi.
Intorno molti dei palazzi più belli e che raccontano la storia di chi li abitava, come quello di Mita Biciclista, nome dato all’eccentrica Maria Mihăescu, l’unica donna che agli inizi del ‘900 andava in bicicletta, andava al mare in bikini, guidava una coupè, insomma un’anticonformista, in realtà pare facesse anche dell’altro, una vera cortigiana.
Il proprietario della caffetteria ha voluto ricreare l’ambiente in cui era solito vedere i suoi nonni quando lui era bambino. Ovvero il soggiorno in cui il nonno leggeva il giornale e la nonna faceva l’uncinetto, con sul tavolo la fumante tazza di tè o caffè.
Quindi, mobili d’altri tempi, l’appendiabiti vintage a parete con il portaombrelli, tavoli con alla base vecchie Singer, centrini realizzati all’uncinetto, vecchie foto. Veramente un luogo caldo ed accogliente, dove oltre ad una vasta serie di tè e caffè, vengono proposti dolci semplici, e fatti in casa.Torte di mele o al cioccolato, i classici dolci che facevano le nonne.
Altro dettaglio carino, il menù, stampato come un giornale e messo lì, sul tavolo.
Insomma tutto riporta indietro nel tempo, un tempo non tanto lontano per quelli della mia generazione.
Prima di andarsene è bene fare una visita alla toilette, nulla è stato lasciato al caso, la tavoletta è nera, come quelle di una volta, non se ne vedono più così da almeno trent’ anni.
Leggendo il vostro articolo mi è venuta voglia di oziare, di farmi coccolare davanti a una buona tazza di caffè, quello “vero”. L’idea di non bere un caffè davanti a un bancone, in piedi, magari spintonata, è molto molto allettante. Terrò traccia di questo vostro suggerimento. A presto. Ornella
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